Olshanetsky, Alexander (1892-1946)

Alexander Olshanetsky è uno dei compositori e direttori d’orchestra più importanti e prolifici della Second Avenue e uno dei più sofisticati esempi musicali del teatro yiddish.

Nato a Odessa, in Ucraina, riceve contemporaneamente un’educazione ebraica tradizionale e una moderna educazione scolastica occidentale. Da ragazzo canta nei cori della sua sinagoga e inizia a studiare violino all’età di 6 anni. Coglierà anche l’occasione per imparare altri strumenti.

Musicista esperto, suona nell’orchestra dell’Opera di Odessa e partecipa a delle tournées attraverso la Russia e la Siberia. Successivamente, diventa il maestro del coro di una compagnia d’operetta russa. Durante il servizio militare, che compie come direttore d’orchestra del suo reggimento, viaggia fino a Kharbin, in Manciuria e nel nord-est della Cina, dove incontra una compagnia teatrale yiddish il cui direttore d’orchestra è Peretz Sandler. Quando quest’ultimo emigra negli Stati Uniti, Olshanetsky lo sostituisce a Kharbin. Inizia allora a scrivere canzoni yiddish e la musica per l’opera teatrale di Yitzhak Kaplan, Tsurik aheym kayn tsien (Il ritorno a Sion).

Dopo aver viaggiato attraverso la Siberia, il Giappone, la Cina e l’India con una nuova compagnia d’operetta russa, torna a Kharbin nel 1921, dove scopre che tutti i teatri yiddish sono partiti.

Nel 1922 emigra negli Stati Uniti, dove si era già stabilito suo zio Hyman Meisel. Meisel in seguito diventa suo suocero, quando sposa sua cugina, la cantante e attrice yiddish Bella Meisel (Mysell), che in seguito si risposerà con Herman Yablokoff. E’ allora che inizia ad interessarsi all’Arte del Teatro Yiddish. Qualche tempo dopo parte per Cuba per assumere la direzione di una compagnia teatrale. Tornato a New York, lavora successivamente per due teatri yiddish (il “Lenox” a Harlem ed il “Liberty” a Brooklyn) prima di essere “promosso” al Teatro Nazionale, il prestigioso teatro del centro-città. Poi, nel 1929, dopo aver scritto diverse operette di successo, riscrive parte della musica dell’opera classica di Goldfaden, Bar khokhba, al momento del suo debutto radiofonico.

Dal 1925, e fino alla sua morte, il nome di Olshanetsky diventa onnipresente sulla Second Avenue e le sue operette sono rappresentate in quasi tutti i principali teatri. Diventa poi il primo direttore musicale dell’Hotel Concord. Alcuni dei più rinomati cantori dell’epoca lo consideravano di gran lunga il miglior maestro di coro grazie alla sua comprensione della sensibilità del linguaggio cantoriale e la sua libertà ritmica. Scrive anche alcune opere liturgiche, la maggior parte delle quali non sono mai state pubblicate.

Olshanetsky aveva un dono speciale per scrivere linee melodiche eleganti con un senso drammatico molto sviluppato. È stato in grado di combinare questi elementi e fare musica per il grande pubblico. Joseph Rumshinsky, suo collega più anziano, ma anche suo rivale, scrive nelle sue Memorie che Olshanetsky comprendeva intuitivamente i desideri musicali degli immigrati ebrei e che ha portato al teatro yiddish sia “romanzi onirici” che un linguaggio di tipo “zingaro russo”. La sua ultima operetta è stata Ale viln khasene hobn (Tutti vogliono sposarsi).

Tra le sue canzoni più famose citiamo Ikh hob dikh tsufil lib, Ikh bin fakhlib, Glik, Unter beymer…

Da Neil W. LEVIN

Traduzione di Patrick BERMAN

Per saperne di più.

Alexander Olshanetsky – Ein kik af dir, eyn kik oyf dir, One glance at you
1929, Mazel in Liebe, Alexander Olshanetsky Orch, Klezmer Fox Trot, Hi Def

Jan Peerce Sings “Shiroh” Alexander Olshanetsky 1961

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