Zefira, Bracha (1910-1990)

Cantante israeliana e collezionista di musica ebraica yemenita

Bracha Zefira nasce a Gerusalemme nel 1910. Suo padre, nativo dello Yemen, lasciò il paese natale nel 1887 per stabilirsi nel quartiere yemenita di Nahalat Tsvi a Gerusalemme. La madre di Bracha Zefira (che si chiamava Na’ama Amrani) muore dandole la luce. Suo padre muore di tifo tre anni dopo. Orfana, Bracha vive con suo zio a Gerusalemme, ma fugge di casa all’età di cinque anni e viene affidata ad una famiglia adottiva nel quartiere Bukhara di Gerusalemme. Questa zona della città è abitata da immigrati provenienti da Bukhara, Tashkent, Samarcanda e Persia. Dopo tre anni, la sua famiglia adottiva lascia la città e Bracha è collocata presso una vedova nel quartiere Yemin Moshe di Gerusalemme, dove la maggior parte dei residenti sono ebrei sefarditi di Salonicco.

Camminando da un quartiere all’altro di Gerusalemme, Bracha è sedotta dalla musica che ascolta, che si tratti di melodie liturgiche (la sinagoga occupava allora un posto centrale nella vita delle famiglie ebraiche), di canti sefarditi o di melodie arabe. Bracha ed i suoi amici si divertono allora ad adattare testi ebraici, in particolare quelli del poeta Bialik, a delle melodie arabe o sefardite.

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Nel 1924, Bracha Zefira è inviata nel villaggio educativo di Me’ir Shefeyah vicino a Zikhron Ya’akov, allora gestito da Moshe Calwary. La moglie di quest’ultimo, Hadassah, incoraggia i talenti musicali di Bracha e le offre di cantare Zemirot Shabat un venerdì sera, davanti a tutti gli studenti. La sua esibizione è un vero successo che attira l’attenzione degli insegnanti ashkenaziti dell’Europa occidentale. In un articolo su Bracha Zefira, Jehoash Hirshberg insiste su questo punto descrivendo il suo ruolo ideologico. “Cantando le sue canzoni, Bracha Zefira ha contribuito al riconoscimento delle tradizioni di diversi gruppi etnici”.

Questo successo spinge Bracha a proseguire gli studi musicali. Si trasferisce a Gerusalemme per studiare alla scuola Kedma, diretta all’epoca da Sidney Siel. Dopo diversi mesi, lascia la scuola, mentre i suoi insegnanti le consigliano di studiare recitazione. Si trasferisce a Tel Aviv e integra il Teatro Palestine, fondato da Menehem Gnessin. Il teatro chiude lo stesso anno 1927, e Bracha entra a far parte del teatro satirico Hakumkum, dove resterà fino al 1929. Allo stesso tempo, si esibisce come cantante solista e maestro di coro in diverse occasioni. Il regista russo Alexander Diki, dopo averla vista in uno degli spettacoli di Hakumkum, le consiglia di continuare i suoi studi a Berlino. Imparerà, con l’aiuto di Meir Dizzengof, recitazione e la musica nello studio di Max Reinhardt.

Bracha Zefira e Nahum Nardi

È a Berlino, nel 1929, che Zefira fa’ senza dubbio l’incontro più importante della sua carriera musicale, con il pianista e compositore Nahum Nardi. Bracha Zefira racconta il loro incontro: “La sera stessa… l’ho pregato di sedersi al pianoforte e di suonare le canzoni che gli stavo cantando, e di improvvisare un accompagnamento. Ho cantato “Yesh Li Gan” e “Bein Nahar Prat” di Bialik, dei piyyutim sefarditi … ed altre canzoni che avevo l’abitudine di cantare da Shefeyah. Imparava rapidamente, aveva un orecchio eccellente, un tocco delicato al pianoforte e conosceva le parole in ebraico. Il suo modo di suonare e le sue semplici armonie mi elettrizzavano, sentivo che la canzone prendeva una svolta totalmente nuova…”

Nello stesso anno, Bracha Zefira e Nahum Nardi iniziano una serie di concerti in Germania e in altri paesi europei. Bracha interrompe la sua carriera di attrice per dedicarsi completamente al canto. Il programma del concerto include canzoni di diversi gruppi etnici che Bracha conosce fin dall’infanzia, in particolare delle canzoni sefardite, yemenite, persiane e di Bukhara, oltre a canzoni beduine e arabo-palestinesi. Vi incorpora gesti teatrali ed il tutto è accolto molto bene dalla critica. Il duo suona davanti a personalità importanti, come Albert Einstein od il regista russo Sergei Eisenstein.

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Nel 1930, Bracha Zefira e Nahum Nardi tornano in Palestina e si producono in spettacoli di successo, spettacoli che includono canzoni delle comunità orientali che Bracha Zefira canta spesso nella loro lingua originale; dei canti arabi e beduini, arrangiati da Nardi e cantati con parole ebraiche; e, infine, composizioni di Nardi, ed in particolar modo canzoni per bambini.

Per trovare un repertorio, Bracha torna nei quartieri nei quali è cresciuta. Chiede alle donne anziane di cantarle le loro canzoni e partecipa alle feste locali. È anche aiutata da esperti come Yehiel Adaki che le insegna delle canzoni della tradizione yemenita e Yitzhak Eliyahu Navon, che le trasmette i suoi canti del repertorio sefardita. Secondo Emanuel Yerimi, il loro successo in Palestina è dovuto anche alla forte richiesta di canti ebraici, mentre il numero di artisti che lavorano in questo campo è relativamente ristretto.

Dopo due anni di collaborazione, Zefira e Nardi si sposano e danno alla luce nel 1931 una figlia, Na’ama, che diventerà cantante lirica. Il duo continua a sviluppare il proprio repertorio, aggiungendovi canzoni egiziane, etiopiche, turche, dei negro-spirituals degli Stati Uniti ed altro ancora. Nel 1931 partono in tournée ad Alessandria ed al Cairo. Acclamati dalla critica, vi tornano di nuovo nel 1936. Una delle loro più importanti realizzazioni è la prima trasmissione radiofonica in ebraico del Palestine Broadcasting Service nel 1936. Un anno dopo iniziano una tournée negli Stati Uniti, dove registrano tre album per la Columbia Records, che, secondo Natan Shahar, “serviranno da biglietto da visita per la moda nascente del canto ebraico in Palestina”.

800px-pikiwiki_israel_4578_gan-shmuel_sk5-_16.jpgQualche tempo dopo, Zefira e Nardi entrano in conflitto quando quest’ultimo si rifiuta di includere brani di altri compositori nei loro programmi di concerti, mentre Zefira vuole includervi brani di Admon, Amiran e Shelem. Divorziano nel 1939, ma continuano a suonare insieme fino al mese di luglio dello stesso anno, a seguito di impegni già presi.

Dopo la loro separazione, Zefira si volge verso altri compositori e arrangiatori: Paul Ben-Haim (che spesso l’accompagna al pianoforte) si interessa alle canzoni sefardite; Ödön Pártos alle canzoni yemenite; Marc Lavry preferisce le canzoni con uno stile più leggero e ballabile. Zefira collabora anche con altri compositori, come Boskovich, Mahler Kelkshtein, Noam Sheriff, Hanoch Ya’akovi e Ben-Zion Orgad.

Per continuare ad esibirsi sulle stesse grandi scene in Israele, Zefira deve arricchire regolarmente il proprio repertorio. Raccoglie continuamente nuove canzoni tradizionali in Palestina. Sebbene sappia leggere la musica, non la sa scrivere. Cerca quindi di convincere i compositori ad accompagnarla sul terreno per ascoltare le musiche etniche originali. Ma questi ultimi preferiscono che Zefira li interpreti per loro.

Uno dei momenti salienti della carriera di Zefira è il concerto dell’Orchestra Sinfonica della Palestina (più tardi l’Orchestra filarmonica d’Israele) nel 1939, diretta da Marc Lavry, dove interpreta delle canzoni di Nardi, Ben-Haim e Lavry. La critica locale all’epoca denigra questa musica orchestrale di origine orientale. I dibattiti e le discussioni su questo argomento infuriano negli anni seguenti, ma alla fine l’atmosfera si calma e questo nuovo stile trova il suo pubblico. Nel 1939 Zefira cambia la forma del suo consueto accompagnamento musicale. Crea un ensemble strumentale composto da membri dell’Orchestra sinfonica della Palestina, che l’accompagna in numerosi concerti. Zefira continuerà tuttavia a cantare, accompagnata al pianoforte il più delle volte da Paul Ben-Haim.

Nel 1940 Zefira incontra Ben-Ami Zilber, violinista dell’Orchestra sinfonica della Palestina. Si sposano e danno alla luce nel 1943 Ariel Zilber, che sarebbe diventato una figura importante della scena rock israeliana negli anni 70. Dopo un anno di pausa dovuta alla nascita di Ariel, Zefira riprende i suoi numerosi concerti fino al 1947. Nel 1948, gira per l’Europa e gli Stati Uniti per due anni e mezzo, suonando in particolare nei campi profughi in Germania. Durante uno spettacolo a New York, incontra il poeta egiziano Dr. Ahmad Zaki. Quest’ultimo le dedicherà un articolo elogiativo su di un giornale arabo, evento insolito visti i difficili rapporti tra Israele e l’Egitto in quel momento.

Negli anni ’50, l’interesse del pubblico per Zefira diminuisce. La sua predilezione per la musica erudita, a scapito della canzone popolare israeliana, è accolta piuttosto freddamente dal pubblico. Mentre alcuni sono impressionati dai suoi sforzi per “elevare” le melodie tradizionali al livello di “musica seria”, altri sono tristi nel vederla lasciare il regno del canto tradizionale che indubbiamente le si addiceva in modo più naturale.

Riparte allora per suonare all’estero, per poi tornare in Israele nel 1957 e prodursi occasionalmente in locali più piccoli. Studia anche disegno in Israele e più tardi a Parigi. Durante gli anni ’60, continua a esibirsi occasionalmente. Nel 1966 riceve il Premio Engel per “l’integrazione della melodia orientale nella musica israeliana, sinfonica e folk, attraverso 30 anni di esibizioni in Israele ed all’estero”. Si produce in scena per il suo ultimo spettacolo a metà degli anni ’70 al Museo di Tel Aviv.

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Suo marito Ben Ami Zilber muore nel 1984, seguito da sua figlia nel 1989. Zefira ne è profondamente colpita e muore nel 1990. La sua morte non è menzionata dalla stampa o dalla radio. Solo pochi giornali del fine settimana la menzionano. La città di Gerusalemme le intitola però una strada.

Nonostante il suo successo in Palestina, Zefira ha sofferto del razzismo. Alla sua prima esibizione a Tel Aviv, che avrebbe dovuto svolgersi nella sala Ohel Shem, la direzione si rifiuta di lasciarla suonare a causa delle sue origini yemenite. Ma, sostenuta dal pubblico, Zefira è finalmente autorizzata a prodursi.

Un altro incidente, estraneo alla sua appartenenza etnica, ma piuttosto legato alle ragioni ideologiche di promozione della lingua ebraica, avvenne nel 1939 quando il Consiglio di Tel Aviv annulla il suo concerto all’Ohel Shem, perché contiene canzoni in lingue diverse dell’ebraico.

Il repertorio di Zefira comprende oltre 400 canzoni.

Le sue canzoni basate su melodie arabe o beduine includono titoli arrangiati da Nardi, come Ben Nahar Prat, Yesh Li Gan, Lamidbar, Aley Giv’a. Ha anche cantato piyyutim degli ebrei yemeniti e sefarditi su nuovi testi, come S’I Yona e Hamavdil. Per le romanze sefardite, Bracha Zefira ha tradotto i testi in ebraico o li ha sostituiti con testi originali, come quelli di Yehuda Karni nella canzone Hitrag’ot.

Grazie a Zefira, le melodie di varie comunità sono state trasformate in canzoni ebraiche, come Ets Harimon, originaria di Bukhara, o Mahol Parsi della Persia. Inoltre, Zefira ha cantato canzoni popolari nelle loro lingue originali, così come canzoni in ebraico di vari compositori israeliani contemporanei.

Infine, Zefira è stata iniziatrice nell’ incrociare la musica orientale con la tecnica vocale europea. I suoi discepoli furono in particolare Naomi Tsuri e Hanna Ahroni.

Articolo tradotto dall’inglese e rielaborato partendo dalla biografia di Bracha Zefira, Jewish Music Research Centre, 2018.

Ascoltare la playlist dedicata a Bracha Zefira
Leggere la biografia di Nahum Nardi

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