Una canzone di Naomi Shemer
Gerusalemme d’oro (in ebraico: ירושלים של זהב – Yeroushalayim shel zahav) è il titolo di una popolare canzone israeliana scritta da Naomi Shemer nel 1967 e cantata da Shuli Natan.
Fu poi ripresa da molti artisti, in particolare da Rika Zaraï e Ofra Haza che la cantarono per la cerimonia del 50° anniversario dello Stato di Israele nel 1998.
Il ritornello “Gerusalemme d’oro, di rame e di luce” in riferimento al colore dorato che gli edifici della città in Pietra di Gerusalemme assumono all’alba ed al tramonto, cita un verso del poeta ebreo spagnolo del Medioevo, Juda Halevi (in “Canti di Sion”). « Di tutti i tuoi canti, io sono il violino ». La canzone celebra anche l’aria pura di montagna, il profumo dei pini, il suono delle campane nella brezza della sera e dichiara con calore a Gerusalemme: il tuo nome arde sulle nostre labbra come l’ardore di un bacio. Come spesso nelle canzoni di Naomi Shemer, vi sono qui diversi riferimenti biblici: nella prima strofa, l’espressione “la città che siede solitaria” deriva da Lamentazioni 1,1 e nella terza strofa, dal verso Salmo 137,5 Se ti dimentico Gerusalemme.
La canzone fu scritta alla vigilia della Guerra dei Sei Giorni e della conquista da parte dell’IDF di Gerusalemme Est, che era occupata dalla Giordania dalla guerra del 1948. Questa fu la canzone che motivò i soldati israeliani durante il conflitto. Dopo la guerra, Naomi Shemer aggiunse un verso al suo poema, celebrando l’unificazione di Gerusalemme sotto controllo israeliano.
Questa canzone appare come un fenomeno culturale eccezionale in Israele, al crocevia tra politica, identità nazionale e cultura popolare. Fin dalla sua creazione, è stata de facto elevata al rango di simbolo ed inno nazionale non ufficiali, frequentemente eseguita in occasione di cerimonie ufficiali. Il testo di apertura della canzone lamentava una Gerusalemme con “mercati deserti”, in cui “nessuno visita il Monte del Tempio; nessuno scende al Mar Morto per la strada di Gerico”.
Poco prima della sua morte, Naomi Shemer ha rivelato di essere stata ispirata dalla vecchia ninna nanna basca Pello Joxepe che aveva ascoltato durante un concerto del cantante spagnolo Paco Ibáñez in Israele nel 1962.Non considero che si tratti di un plagio, ha tuttavia dichiarato Ibáñez poco dopo l’annuncio, aggiungendo: in un certo modo,sono contento che questo l’abbia aiutata.
Fonti : Wikipedia